Subito dopo la costruzione
seguirà un discorso di
adozione a distanza dei
bambini che abiteranno in
queste case. Uno che
deciderà di adottare un
bambino sarà in grado di
conoscere esattamente in
quale casa sta e chi è la
donna che lo fa crescere.
In questo caso si cerca di
procedere nella maniera
più trasparente possibile,
ottimizzando l’aiuto e
togliendo tutti i giri
possibili che si osservano
spesso nelle attività del
genere.
Adozione a distanza
Testimonianza di Roberta
VILLAGGIO KIRA – BURUNDI
In Africa, sorge una collina chiamata Mataka, in provincia di Kirundo,
Burundi.
“Aiutaci ad aiutarvi”. Questo l'appello del signor Antonio Grosso, attuale
presidente dell'Associazione, rivolto a don Giovanni Berchimas, Rettore del Seminario
minore, che si è concretizzato nel 2012 in un Progetto. Le prime opere realizzate sono state
la casa della luce e la cisterna. La testimonianza diretta della volontaria Laura Panattoni,
Responsabile e Referente dell'Associazione, e la relativa documentazione fotografica hanno
consentito di “respirare” il clima di gioia e soddisfazione dei nostri fratelli.
La presenza dei pannelli di luce solare e dei pozzi
d'acqua consente la vita nel villaggio. Ora vivono
donne vedove con figli propri e bambini orfani ad
esse affidati. Il termine Kira significa salvato,
guarito. Le case costruite finora sono cinque. Sasso
dopo sasso, i volontari hanno innalzato i muri,
partendo da una base rocciosa. Le lamiere vengono
impiegate per il tetto. L'interno è suddiviso in due
parti, occupate rispettivamente da due famiglie.
Ciascuna di esse è composta da una cucina, dotata
di un tavolo con sedie e una stanza arredata
semplicemente con i letti. All'esterno delle case,
denominate bifamiliari, c'è la fontanella dell'acqua.
Una delle strutture è ad uso scolastico. Bambini e
adulti sono formati da Suor Agrippine che racconta:
“Il mio compito è cambiare la cultura, il modo di fare,
ma è difficile. Lo farò con la forza di Dio”. Laura, la
volontaria, specifica che questi obiettivi vanno
perseguiti piano piano: “Bisogna riconoscere i meriti
della gente. Tutti hanno seguito un percorso per
poter arrivare a questo”. Ad ogni famiglia è destinata
una proprietà autogestita per la coltivazione di riso, cocomeri, zucchine e molti ibridi derivati.
Nel villaggio ci sono piantagioni di banane e crescono alberi di bambù, il cui legno viene
usato per il fuoco.
Dal punto di vista sanitario, è importante riuscire ad avere una dispensa di farmaci. Il
servizio di Suor Agrippine verso i malati che ospita, cura e riporta al villaggio, una volta
guariti, va sostenuto da aiuti esterni. Ad oggi, maggio 2019, i bambini adottati a distanza da
residenti delle Diocesi di Como e Torino sono trentuno. L'intento è di arrivare almeno a
cinquanta. Gli orfani sono molto premurosi ed affettuosi tra loro. Gli ultimi arrivati si sentono
presto a loro agio e benvoluti.
Alla vista della statua della Madonna, portata da Laura, tutti i bambini hanno subito formato
un cerchio attorno, intonando una canzone religiosa in lingua locale, dedicata a Maria.
“Questa è la religiosità pura e senza macchia davanti a Dio Padre: visitare gli orfani e le
vedove nella loro afflizione, custodire sé stesso immune dal contagio del mondo” - Giacomo,
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