Avvento 2018
AVVENTO 2018
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Diocesi di Como TEMPO DI AVVENTO "AL PASSO CON TE" Quest'anno il tempo dell'Avvento, del Natale, della Quaresima e della Pasqua saranno caratterizzati da un'unica immagine, quella della Via, che ricorda il tratto di strada che Dio, attraverso suo Figlio Gesù, compie per venirci incontro e, allo stesso tempo, che noi siamo chiamati a percorrere per accogliere il suo dono di Grazia. L'immagine della via rievoca anche l'esperienza del Sinodo diocesano, ora nel pieno della sua fase di consultazione, che chiede di convergere, appunto, di camminare insieme come Diocesi e singole comunità. In questo tempo di Avvento e Natale, in particolare, desideriamo percorrere insieme la strada che il Signore Gesù ha percorso per farsi conoscere a noi: "e venne ad abitare in mezzo a noi" (Gv 1,14). Punto di partenza saranno quattro atteggiamenti fondamentali che saremo chiamati ad assumere domenica dopo domenica, settimana dopo settimana, accompagnati dalla liturgia domenicale delle quattro domeniche di Avvento, valorizzando il simbolo, presente nelle nostre chiese, della corona dell'Avvento. Ci lasceremo così guidare dalla candela dell'attesa nella prima domenica, dalla candela della conversione nella seconda domenica, dalla candela della condivisione nella terza domenica, dalla candela dell'incontro, nella quarta domenica. Quattro atteggiamenti, cioè disposizioni interiori, che saremo invitati ad accogliere e a verificare e che scandiranno il nostro itinerario dell'Avvento, a partire dalla liturgia eucaristica domenicale fino ad arrivare alla liturgia domestica quotidiana da vivere in famiglia. Saremo invitati a dare forma alla corona dell'Avvento caratterizzata dalle quattro candele sopra indicate, lasciandoci accompagnare, durante la settimana, dalla Parola ascoltata durante la celebrazione eucaristica, di cui, ogni giorno, verrà ripresa una piccola parte su un calendario a fogli rimovibili, dove potremo trovare anche una preghiera dialogata e la domanda della settimana come aiuto per vivere la Parola quotidiana. Sarà offerta anche, ogni giorno, una storia, meglio una testimonianza, che ci aiuterà ad approfondire la nostra riflessione e a rendere concreto l'atteggiamento indicato. Il percorso dell'Avvento si incontra, poi, naturalmente, con i nove giorni della novena in preparazione al Santo Natale del Signore Gesù. Per l'Avvento ai bambini verrà fornito un kit comprendente un calendario giornaliero, una base e il necessario per la costruzione della corona dell'Avvento "E venne ad abitare in mezzo a noi" è una proposta che intende valorizzare l'iniziativa di Dio di farsi uno di noi, nostro fratello, e aiutare noi, che condividiamo la medesima strada, a scoprire, ancora una volta, che è Dio a venirci incontro per primo, è Dio che fa, come amava pensare ed affermare san Luigi Guanella. Buona strada insieme. TEMPO DI AVVENTO Per l'Avvento ai bambini viene fornito un kit comprendente un calendario giornaliero, una base e il necessario per la costruzione della corona dell'Avvento. 1°settimana: CANDELA DELL'ATTESA Iniziamo la nostra preparazione alla venuta di Gesù Come la natura insegna, i frutti arrivano quando i tempi sono maturi e nulla è dovuto. Questo il senso delle stagioni, del tempo della semina, dei primi germogli, del fiorire e del maturare. Un ciclo continuo guidato dall'imprevedibilità, dal tempo, dal clima, che possono incidere anche pesantemente su tutto questo. Così nella vita, ogni cosa ha il suo momento e il nostro accelerare, volere a tutti i costi, pretendere, è controproducente e rischia di produrre frutti acerbi, non buoni. Essere pazienti vuol dire quindi "saper aspettare", attendere silenziosamente, ma in maniera attiva, che la vita ci chiami a svolgere compiti per i quali abbiamo avuto il tempo di prepararci o a degli incontri significativi che richiedono di essere vissuti in profondità e con consapevolezza. "Attendere" deriva dal latino "ad tendere" che significa infatti "distendersi", ovvero, in senso lato, "volgere ad un termine, aspirare". Il tempo di Avvento, che comincia con questa domenica, è di vigile attesa, in cui ci viene chiesto di cogliere questa opportunità che la Chiesa ci offre, perché sia tempo con un senso per la nostra vita individuale e per quella della comunità nella quale siamo inseriti. In Avvento non viviamo solo l'attesa del Natale. Veniamo invitati anche a vivere nell'attesa del ritorno glorioso di Gesù, preparandoci all'incontro con lui attraverso scelte coerenti e coraggiose. Scelte che lasciano il segno. Ma... perché e sulla base di che cosa dobbiamo vivere l'impegno dell'attesa? La prima lettura risponde a questa legittima domanda e orienta la nostra attesa, indicandoci di quali contenuti va riempita. A un popolo che sta patendo ancora per la durezza dell'esilio e che fatica a ritrovarsi come popolo, il Signore, attraverso il profeta Geremia, dice: "Ecco verranno giorni nei quali io realizzerò le promesse di bene che ho fatto... Farò germogliare per Davide un germoglio giusto, che eserciterà il giudizio e la giustizia sulla terra". Paolo, da parte sua, nella seconda lettura indica come va coltivata e sostenuta questa speranza: "Il Signore vi faccia crescere e sovrabbondare nell'amore fra voi e verso tutti...". Il cristiano è l'uomo dell'attesa, è l'uomo del tempo offerto e del tempo abitato con intensità. Il cristiano - sicuro della fiducia e della speranza nell'adempimento delle promesse del Signore - è l'uomo che riempie il tempo, il suo tempo, con scelte che non sopportano pigrizia e con la preghiera che affina i sentimenti e illumina di senso le sue giornate. 2°settimana: CANDELA DELLA CONVERSIONE Abbiamo riflettuto su che cosa significhi attendere. La parola di Dio della seconda settimana ci ricorda che tanti sono gli ostacoli nel nostro cammino: bisogna preparare la strada del nostro cuore al Signore che vuole venire come luce per il nostro buio. Il termine conversione suggerisce l'immagine di una persona che, accorgendosi di camminare su una strada sbagliata, decide di tornare sui suoi passi e di incamminarsi in una direzione diversa. La verità di questo percorso di conversione, però, ha come presupposto la nostra sincerità davanti a Dio, il nostro accettare di presentarci a lui così come siamo senza indossare "maschere", senza nascondere le tante debolezze e ferite che segnano la nostra vita. In questo senso, possiamo riconoscerci un po'tutti nella condizione di "lutto" di Gerusalemme al tempo del profeta Baruc proprio perché, lungo il cammino, spesso sperimentiamo il dolore, il fallimento, la sconfitta. Ma ecco che oggi il Signore viene a ridare speranza e fiducia al nostro cuore: "Deponi, o Gerusalemme, la veste del lutto e dell'afflizione, rivestiti dello splendore della gloria che ti viene da Dio per sempre". È la promessa di Dio che diventa invito a rialzarsi dalle nostre miserie per riprendere la strada con lui. E per aiutarci in questo, il Signore ci pone accanto delle figure di riferimento. Oggi, la liturgia ci propone la figura di Giovanni Battista. La forza e la credibilità del Battista stanno tutte in quella espressione: "La parola di Dio venne su Giovanni". Giovanni è credibile come annunciatore e le sue parole hanno un senso perché, prima di annunziarla, quella Parola egli l'ha accolta nella sua vita. E il messaggio che Giovanni Battista oggi ci offre è in realtà una chiamata: un invito appassionato a preparare la strada al Signore attraverso uno sforzo di conversione profonda, per disporci con frutto a ricevere il perdono dei peccati. "Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri!", quei "sentieri tortuosi" che ciascuno di noi, nel confronto con la Parola di Dio, può riconoscere nella propria vita come esperienza di chiusura al Signore e di mancanza d'amore verso i fratelli. Se ci disporremo con umiltà e pazienza a questo atteggiamento di rinnovamento interiore, allora "ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!". 3°settimana: CANDELA DELLA GIOIA Il nostro cammino incontro a Gesù, nostra luce si fa più intenso. Non basta vegliare e preparare la strada. "Siate sempre lieti nel Signore, ve lo ripeto: siate lieti", ci dirà la parola di Dio di questa domenica. Sì, è una bella notizia scoprire che possiamo cedere il posto, che non siamo il centro della realtà, che c'è qualcuno a cui vale la pena di dare spazio. Perché questa è la fine della nostra solitudine. Come quando ti innamori e scopri che c'è qualcuno più importante della tua vita, qualcuno per cui moriresti. Come quando ti nasce un figlio e capisci che da quel momento vivrai per lui, è arrivato qualcuno a cui tieni più che a te stesso. E allora nasce spontaneo fare un passo indietro e condividere ciò che si ha. E' solo apparente, nella liturgia di questa terza domenica d'Avvento, il contrasto tra l'invito alla gioia delle due prime letture e la richiesta, da parte di Giovanni Battista, per accogliere con scelte concrete il nostro andare incontro al Signore che viene, il quale un senso nuovo e pieno alla propria esistenza. E proprio a chi avverte il bisogno di recuperare il senso della propria vita giunge l'invito di Sofonia: "Rallegrati ... gioisci ... esulta ed acclama con tutto il cuore" e quello di Paolo: "Siate sempre lieti... non angustiatevi per nulla". La gioia di cui parlano Sofonia e Paolo, però, è una gioia non solo da vivere, ma anche da conquistare. Sta qui la differenza tra essa e quella "finta" gioia che il mondo ci propone e, in certi periodi dell'anno, sembra quasi volerci imporre. La vera gioia da conquistare ha un "prezzo" diverso da quello dei regali, del veglione, delle vetrine addobbate, delle strenne natalizie. È un prezzo che paghiamo passando attraverso scelte quotidiane, spesso impegnative e sofferte, per partecipare a una festa che non dura soltanto un istante, ma che è senza fine, perché le sue radici affondano nel nostro cuore: è la gioia di Dio.
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