Diocesi di Como
TEMPO DI AVVENTO "AL
PASSO CON TE"
Quest'anno
il
tempo
dell'Avvento,
del
Natale,
della
Quaresima
e
della
Pasqua
saranno
caratterizzati
da
un'unica
immagine,
quella
della
Via,
che
ricorda
il
tratto
di
strada
che
Dio,
attraverso
suo
Figlio
Gesù,
compie
per
venirci
incontro
e,
allo
stesso
tempo,
che
noi
siamo
chiamati
a
percorrere
per
accogliere
il
suo
dono
di
Grazia.
L'immagine
della
via
rievoca
anche
l'esperienza
del
Sinodo
diocesano,
ora
nel
pieno
della
sua
fase
di
consultazione,
che
chiede
di
convergere,
appunto,
di
camminare
insieme
come
Diocesi e singole comunità.
In
questo
tempo
di
Avvento
e
Natale,
in
particolare,
desideriamo
percorrere
insieme
la
strada
che
il
Signore
Gesù
ha
percorso
per
farsi
conoscere
a
noi:
"e venne ad abitare in mezzo a noi" (Gv 1,14).
Punto
di
partenza
saranno
quattro
atteggiamenti
fondamentali
che
saremo
chiamati
ad
assumere
domenica
dopo
domenica,
settimana
dopo
settimana,
accompagnati
dalla
liturgia
domenicale
delle
quattro
domeniche
di
Avvento,
valorizzando
il
simbolo,
presente
nelle
nostre chiese, della corona dell'Avvento.
Ci
lasceremo
così
guidare
dalla
candela
dell'attesa
nella
prima
domenica,
dalla
candela
della
conversione
nella
seconda
domenica,
dalla
candela
della
condivisione
nella
terza
domenica,
dalla
candela
dell'incontro,
nella
quarta
domenica.
Quattro
atteggiamenti,
cioè
disposizioni
interiori,
che
saremo
invitati
ad
accogliere
e
a
verificare
e
che
scandiranno
il
nostro
itinerario
dell'Avvento,
a
partire
dalla
liturgia
eucaristica
domenicale
fino
ad
arrivare
alla
liturgia
domestica quotidiana da vivere in famiglia.
Saremo
invitati
a
dare
forma
alla
corona
dell'Avvento
caratterizzata
dalle
quattro
candele
sopra
indicate,
lasciandoci
accompagnare,
durante
la
settimana,
dalla
Parola
ascoltata
durante
la
celebrazione
eucaristica,
di
cui,
ogni
giorno,
verrà
ripresa
una
piccola
parte
su
un
calendario
a
fogli
rimovibili,
dove
potremo
trovare
anche
una
preghiera
dialogata
e
la
domanda della settimana come aiuto per vivere la Parola quotidiana.
Sarà
offerta
anche,
ogni
giorno,
una
storia,
meglio
una
testimonianza,
che
ci
aiuterà
ad
approfondire la nostra riflessione e a rendere concreto l'atteggiamento indicato.
Il
percorso
dell'Avvento
si
incontra,
poi,
naturalmente,
con
i
nove
giorni
della
novena
in
preparazione al Santo Natale del Signore Gesù.
Per
l'Avvento
ai
bambini
verrà
fornito
un
kit
comprendente
un
calendario
giornaliero,
una
base
e
il
necessario
per
la
costruzione
della
corona
dell'Avvento
"E
venne
ad
abitare
in
mezzo
a
noi"
è
una
proposta
che
intende
valorizzare
l'iniziativa
di
Dio
di
farsi
uno
di
noi,
nostro
fratello,
e
aiutare
noi,
che
condividiamo
la
medesima
strada,
a
scoprire,
ancora
una
volta,
che
è
Dio
a
venirci
incontro
per
primo,
è
Dio
che
fa,
come
amava
pensare
ed
affermare
san Luigi Guanella.
Buona strada insieme.
TEMPO DI AVVENTO
Per
l'Avvento
ai
bambini
viene
fornito
un
kit
comprendente
un
calendario
giornaliero,
una
base e il necessario per la costruzione della corona dell'Avvento.
1°settimana: CANDELA DELL'ATTESA
Iniziamo la nostra preparazione alla venuta di Gesù
Come
la
natura
insegna,
i
frutti
arrivano
quando
i
tempi
sono
maturi
e
nulla
è
dovuto.
Questo
il
senso
delle
stagioni,
del
tempo
della
semina,
dei
primi
germogli,
del
fiorire
e
del
maturare.
Un
ciclo
continuo
guidato
dall'imprevedibilità,
dal
tempo,
dal
clima,
che
possono
incidere
anche pesantemente su tutto questo.
Così
nella
vita,
ogni
cosa
ha
il
suo
momento
e
il
nostro
accelerare,
volere
a
tutti
i
costi,
pretendere,
è
controproducente
e
rischia
di
produrre
frutti
acerbi,
non
buoni.
Essere
pazienti
vuol
dire
quindi
"saper
aspettare",
attendere
silenziosamente,
ma
in
maniera
attiva,
che
la
vita
ci
chiami
a
svolgere
compiti
per
i
quali
abbiamo
avuto
il
tempo
di
prepararci
o
a
degli
incontri significativi che richiedono di essere vissuti in profondità e con consapevolezza.
"Attendere"
deriva
dal
latino
"ad
tendere"
che
significa
infatti
"distendersi",
ovvero,
in
senso
lato, "volgere ad un termine, aspirare".
Il
tempo
di
Avvento,
che
comincia
con
questa
domenica,
è
di
vigile
attesa,
in
cui
ci
viene
chiesto
di
cogliere
questa
opportunità
che
la
Chiesa
ci
offre,
perché
sia
tempo
con
un
senso
per la nostra vita individuale e per quella della comunità nella quale siamo inseriti.
In
Avvento
non
viviamo
solo
l'attesa
del
Natale.
Veniamo
invitati
anche
a
vivere
nell'attesa
del
ritorno
glorioso
di
Gesù,
preparandoci
all'incontro
con
lui
attraverso
scelte
coerenti
e
coraggiose.
Scelte
che
lasciano
il
segno.
Ma...
perché
e
sulla
base
di
che
cosa
dobbiamo
vivere
l'impegno
dell'attesa?
La
prima
lettura
risponde
a
questa
legittima
domanda
e
orienta
la
nostra
attesa,
indicandoci
di
quali
contenuti
va
riempita.
A
un
popolo
che
sta
patendo
ancora
per
la
durezza
dell'esilio
e
che
fatica
a
ritrovarsi
come
popolo,
il
Signore,
attraverso
il
profeta
Geremia,
dice:
"Ecco
verranno
giorni
nei
quali
io
realizzerò
le
promesse
di
bene
che
ho
fatto...
Farò
germogliare
per
Davide
un
germoglio
giusto,
che
eserciterà
il
giudizio
e
la
giustizia
sulla
terra".
Paolo,
da
parte
sua,
nella
seconda
lettura
indica
come
va
coltivata
e
sostenuta
questa
speranza:
"Il
Signore
vi
faccia
crescere
e
sovrabbondare
nell'amore
fra
voi
e
verso
tutti...".
Il
cristiano
è
l'uomo
dell'attesa,
è
l'uomo
del
tempo
offerto
e
del
tempo
abitato
con
intensità.
Il
cristiano
-
sicuro
della
fiducia
e
della
speranza
nell'adempimento
delle
promesse
del
Signore
-
è
l'uomo
che
riempie
il
tempo,
il
suo
tempo,
con
scelte
che
non
sopportano
pigrizia
e
con
la
preghiera
che
affina
i
sentimenti
e
illumina
di
senso
le
sue
giornate.
2°settimana: CANDELA DELLA CONVERSIONE
Abbiamo
riflettuto
su
che
cosa
significhi
attendere.
La
parola
di
Dio
della
seconda
settimana
ci
ricorda
che
tanti
sono
gli
ostacoli
nel
nostro
cammino:
bisogna
preparare
la
strada
del
nostro
cuore
al
Signore
che
vuole
venire
come
luce
per
il
nostro
buio.
Il
termine
conversione
suggerisce
l'immagine
di
una
persona
che,
accorgendosi
di
camminare
su
una
strada
sbagliata, decide di tornare sui suoi passi e di incamminarsi in una direzione diversa.
La
verità
di
questo
percorso
di
conversione,
però,
ha
come
presupposto
la
nostra
sincerità
davanti
a
Dio,
il
nostro
accettare
di
presentarci
a
lui
così
come
siamo
senza
indossare
"maschere",
senza
nascondere
le
tante
debolezze
e
ferite
che
segnano
la
nostra
vita.
In
questo
senso,
possiamo
riconoscerci
un
po'tutti
nella
condizione
di
"lutto"
di
Gerusalemme
al
tempo
del
profeta
Baruc
proprio
perché,
lungo
il
cammino,
spesso
sperimentiamo
il
dolore,
il
fallimento,
la
sconfitta.
Ma
ecco
che
oggi
il
Signore
viene
a
ridare
speranza
e
fiducia
al
nostro
cuore:
"Deponi,
o
Gerusalemme,
la
veste
del
lutto
e
dell'afflizione,
rivestiti
dello
splendore
della gloria che ti viene da Dio per sempre". È la promessa di Dio che diventa invito a rialzarsi
dalle
nostre
miserie
per
riprendere
la
strada
con
lui.
E
per
aiutarci
in
questo,
il
Signore
ci
pone accanto delle figure di riferimento.
Oggi,
la
liturgia
ci
propone
la
figura
di
Giovanni
Battista.
La
forza
e
la
credibilità
del
Battista
stanno
tutte
in
quella
espressione:
"La
parola
di
Dio
venne
su
Giovanni".
Giovanni
è
credibile
come
annunciatore
e
le
sue
parole
hanno
un
senso
perché,
prima
di
annunziarla,
quella
Parola
egli
l'ha
accolta
nella
sua
vita.
E
il
messaggio
che
Giovanni
Battista
oggi
ci
offre
è
in
realtà
una
chiamata:
un
invito
appassionato
a
preparare
la
strada
al
Signore
attraverso
uno
sforzo di conversione profonda, per disporci con frutto a ricevere il perdono dei peccati.
"Preparate
la
via
del
Signore,
raddrizzate
i
suoi
sentieri!",
quei
"sentieri
tortuosi"
che
ciascuno
di
noi,
nel
confronto
con
la
Parola
di
Dio,
può
riconoscere
nella
propria
vita
come
esperienza
di
chiusura
al
Signore
e
di
mancanza
d'amore
verso
i
fratelli.
Se
ci
disporremo
con
umiltà
e
pazienza
a
questo
atteggiamento
di
rinnovamento
interiore,
allora
"ogni
uomo
vedrà
la
salvezza di Dio!".
3°settimana: CANDELA DELLA GIOIA
Il
nostro
cammino
incontro
a
Gesù,
nostra
luce
si
fa
più
intenso.
Non
basta
vegliare
e
preparare la strada.
"Siate
sempre
lieti
nel
Signore,
ve
lo
ripeto:
siate
lieti",
ci
dirà
la
parola
di
Dio
di
questa
domenica.
Sì,
è
una
bella
notizia
scoprire
che
possiamo
cedere
il
posto,
che
non
siamo
il
centro
della
realtà,
che
c'è
qualcuno
a
cui
vale
la
pena
di
dare
spazio.
Perché
questa
è
la
fine
della
nostra
solitudine.
Come
quando
ti
innamori
e
scopri
che
c'è
qualcuno
più
importante
della
tua
vita,
qualcuno
per
cui
moriresti.
Come
quando
ti
nasce
un
figlio
e
capisci
che
da
quel
momento
vivrai
per
lui,
è
arrivato
qualcuno
a
cui
tieni
più
che
a
te
stesso.
E
allora
nasce
spontaneo fare un passo indietro e condividere ciò che si ha.
E'
solo
apparente,
nella
liturgia
di
questa
terza
domenica
d'Avvento,
il
contrasto
tra
l'invito
alla
gioia
delle
due
prime
letture
e
la
richiesta,
da
parte
di
Giovanni
Battista,
per
accogliere
con
scelte
concrete
il
nostro
andare
incontro
al
Signore
che
viene,
il
quale
dà
un
senso
nuovo
e
pieno
alla
propria
esistenza.
E
proprio
a
chi
avverte
il
bisogno
di
recuperare
il
senso
della propria vita giunge l'invito di Sofonia:
"Rallegrati
...
gioisci
...
esulta
ed
acclama
con
tutto
il
cuore"
e
quello
di
Paolo:
"Siate
sempre
lieti...
non
angustiatevi
per
nulla".
La
gioia
di
cui
parlano
Sofonia
e
Paolo,
però,
è
una
gioia
non
solo
da
vivere,
ma
anche
da
conquistare.
Sta
qui
la
differenza
tra
essa
e
quella
"finta"
gioia
che
il
mondo
ci
propone
e,
in
certi
periodi
dell'anno,
sembra
quasi
volerci
imporre.
La
vera
gioia
da
conquistare
ha
un
"prezzo"
diverso
da
quello
dei
regali,
del
veglione,
delle
vetrine
addobbate,
delle
strenne
natalizie.
È
un
prezzo
che
paghiamo
passando
attraverso
scelte
quotidiane,
spesso
impegnative
e
sofferte,
per
partecipare
a
una
festa
che
non
dura
soltanto
un
istante,
ma
che
è
senza
fine,
perché
le
sue
radici
affondano
nel
nostro
cuore:
è
la
gioia di Dio.